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Pino Masciari, imprenditore calabrese divenuto testimone di giustizia per aver denunciato ‘ndrangheta e collusioni, intraprende lo sciopero della fame e della sete annunciato lo scorso 26 marzo e rinviato per rispetto delle vittime in Abruzzo. Il gesto estremo inizia davanti al Quirinale, simbolo di garanzia dei diritti costituzionali, alle 10 del mattino del 12 maggio 2009.
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Oggi, esausto, Masciari rimette la propria vita nelle mani dello stesso Stato, che deve decidere: renderla o toglierla definitivamente. Nel caso in cui lo Stato gliela neghi, Masciari intende restituire almeno la libertà della sua famiglia dal giogo mafioso, pagando con la propria vita l’atto della denuncia.
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