mercoledì, novembre 28

La guerra è bella ma fa male

-
Mattias esiste davvero? La lettera, se non fosse vera, sarebbe ben trovata…

Cara Rossini, sono un ragazzo di 17 anni e pochi giorni fa ho visitato il blog di un mio contatto msn, dove c’era uno di quegli stupidi test per capire il carattere di una persona. Una mia compagna di scuola aveva risposto ad alcune domande. Una diceva: «Pensi che la guerra sia inutile?», e lei testualmente ha risposto: «La guerra è bella anche se fa un po’ male!!» (con punti esclamativi inclusi). Sinceramente spero che la risposta sia frutto della superficialità dei 15 anni, ma ciò che mi preoccupa è che molti ragazzi della mia età avrebbero dato la stessa risposta, con la stessa superficialità. Dove andremo a finire se la maggior parte della nostra generazione pensa queste cose? È sbalorditivo dire “la guerra è bella”, al massimo ammetto “utile”, ma bella proprio no. In più fa anche un “po’ male”. Sa, come quando ci graffiamo un dito, o incampiamo: fa un po’ male. Sono deluso, profondamente deluso dai giovani di oggi, che parlano senza pensare, che credono che la pace sia fuori moda e che dire “W la guerra” faccia figo. Ormai, chi come me, riflette sulle conseguenze di una guerra e afferma che non è il metodo migliore per risolvere una controversia, viene bollato con il solito stereotipo “comunista di merda”. Perché non hanno coniato anche il termine: “guerrafondai di merda”?

Mattias, e-mail

Caro Mattias, la tua compagna di scuola ha usato un verso di una bella e amara canzone di Francesco De Gregori. Si intitola “Generale” ed è un atto di accusa contro i fautori della guerra. Chiarito l’equivoco, la sostanza della tua lettera non cambia. Incuriosisce il tuo sguardo antropologico verso i coetanei, la tua sensibilità ferita, la tua scontrosa alterità. Somiglia alle adolescenze di tutti, con le malinconie e i conflitti interni dirottati sulle grandi questioni. È andata sempre così. Forse devi sapere che molti giovani come te, che hanno abitato il secolo scorso, si sono a più riprese lasciati affascinare dalla guerra, vista come mito, avventura, scienza e anche cultura («L’uomo deve essere addestrato alla guerra. La donna al riposo del guerriero. Tutto il resto è stupidità», aveva detto loro Nietzsche). Altri l’hanno combattuta con le armi povere dell’obiezione e della non violenza. Oggi che la guerra viene camuffata da parole come “preventiva” o “umanitaria”, il suo rifiuto è più sfuggente e difficile. Ma tu coltiva il tuo sdegno, che ti fa comunque onore.

Stefania Rossini


Nessun commento: